L’effetto Pigmalione in cinofilia. Questione di aspettative

Che cos’è l’effetto Pigmalione

Spesso citato in psicologia sociale e in sociologia, l’effetto Pigmalione è anche conosciuto con i termini “effetto Rosenthal” o “profezia che si autoadempie”.

I concetti fondamentali che sono alla base di questo effetto sono le aspettative e credenze delle persone e come queste abbiano una fondamentale influenza sulle nostre azioni.

L’esperimento

Lo psicologo Rosenthal, nel 1965, decide di studiare l’effetto dell’aspettativa degli insegnanti sul rendimento scolastico degli alunni

Agli insegnanti viene indicato il nome degli studenti che hanno ottenuto il punteggio più alto ad un test sull’intelligenza, sottoposto agli alunni precedentemente.

Quello che gli insegnanti non sanno, è che i nomi menzionati, sono di studenti assolutamente presi a caso. Un anno dopo, il ricercatore ripropone lo stesso test a tutti gli studenti, con il risultato che, gli alunni indicati, agli insegnanti, come più promettenti, hanno aumentato di diversi punti il loro risultato al test.

La conclusione

Le aspettative che gli insegnanti avevano sugli studenti definiti con un più alto QI (anche se questo non corrispondeva alla realtà), hanno probabilmente condizionato la qualità della relazione con questi alunni, e di conseguenza il rendimento dei soggetti.

Una spiegazione risiede nel fatto che la maggioranza delle persone, tende a conformarsi all’immagine che gli altri hanno di loro.

“Se pensano che quella determinata cosa io riesca a farla, allora mi metterò nelle condizioni di poterla fare”.

Si chiama “profezia che si autoadempie” proprio per questo motivo. Quando un individuo convinto o pauroso che si verifichino degli eventi futuri, modifica il suo comportamento sulla base delle aspettative, arrivando a causare gli effetti profetizzati.

E in cinofilia?

Vi starete chiedendo: “E tutto questo con i cani cosa c’entra?”.

Possiamo identificare almeno due aspetti legati al mondo della cinofilia e della relazione con il cane.

Dal punto di vista del professionista

E’ frequente imbattersi in professionisti del mondo della cinofilia (alcuni si sono dimenticati che umiltà, rispetto e gentilezza fanno parte della loro professione) che non si approccino nel modo corretto con i propri clienti. Spesso c’è il pregiudizio diffuso che, chi non è addetto al mestiere, sia profondamente ignorante, sciocco e poco collaborativo durante le sessioni di allenamento e formazione.

“Tanto non ci riuscirà mai”, “Ma sì, non si impegna”, “Non gli interessa veramente”.

Tutte queste affermazioni portano, quasi inevitabilmente, a rapportarsi con i propri clienti in maniera superficiale e disinteressata, mettendo un muro nella relazione che porta, a volte, a non comprendere le reali difficoltà di chi si rivolge ai professionisti perché bisognosi di consigli e indicazioni.

Allo stesso modo, il cliente, percependo, troppo spesso, questo poco coinvolgimento e pregiudizio nei propri confronti, si convince di non essere in grado di rapportarsi con il proprio cane, di non poter dare il massimo nella relazione, arrivando a demotivarsi e, di conseguenza, a non riuscire a mettere in pratica le indicazioni del professionista.

Nella relazione con il proprio cane?

Dobbiamo prendere in considerazione anche questo fattore.

Troppo spesso ci approcciamo con i pregiudizi nei confronti dei nostri cani. “Ah, questa cosa non la farà mai!”, “Al mio cane non piacciono gli altri, quindi evito di farlo socializzare”, “Ho un cane che dorme sempre, figurati se può fare uno sport”.

Al netto di evidenti e comprovati problemi fisici e comportamentali, spesso siamo noi a limitare eventuali comportamenti e prestazioni nei nostri cani. Siamo noi che abbiamo delle aspettative troppo basse, e a volte troppo alte, degli animali che vivono con noi.

Oltre, a volte, a non comprendere certi comportamenti e richieste, influenziamo con i nostri atteggiamenti e la nostra comunicazione non verbale, le azioni dei nostri cani, contribuendo a diminuire la qualità delle loro prestazioni (non parliamo solo in ambito sportivo).

Meno giudizi più fiducia

Questo potrebbe essere un consiglio utile sia per i colleghi professionisti (e lo ripetiamo come un mantra anche noi stesse), sia per quei proprietari che hanno pregiudizi (sia chiaro, spesso a fin di bene) sui propri cani.

Valutiamo, osserviamo, studiamo e agiamo. Questo vale per tutti.

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